Il Made in Italy
Nonostante il clima di incertezza economica e politica, i brand italiani più importanti continuano a crescere. I 30 marchi italiani più preziosi nel 2020 hanno raggiunto per KANTAR (leader mondiale nell'insights, consulenza e data management)un valore combinato di circa 114,6 miliardi di dollari. Nonostante i cambiamenti sistemici nel comportamento dei consumatori, un calo dell'8,9% del PIL del Paese e gravi interruzioni nelle catene di approvvigionamento, viaggi, vendita al dettaglio e ospitalità. Questi brand sono riusciti non solo a sopravvivere, ma a prosperare. Dal 2018, la Top 30 è cresciuta in valore del 34%.
A livello globale, i principali brand italiani vengono percepiti come garanzia di qualità, autenticità e stile. Questi brand fanno però riferimento ad un gruppo ristretto di imprese grandi, agili e interconnesse con una fitta rete di altre imprese di piccole/medie dimensioni. In particolare, si fa riferimento ad imprese guidate da un forte spirito imprenditoriale e caratterizzate da innovazione, internazionalizzazione e focus sulla costumer experience.


Il lato oscuro
Nel 2020, un'inchiesta giornalistica ha rivelato la presenza di lavoro minorile in una fabbrica di abbigliamento in Puglia che produceva per diversi marchi di moda. Secondo il reportage, la fabbrica impiegava lavoratori tra i 12 e i 16 anni, in condizioni di lavoro precarie e a basso costo. Le autorità italiane hanno poi multato diverse aziende coinvolte in quella produzione per violazione delle leggi sul lavoro minorile. Tra le aziende coinvolte, secondo quanto riportato dall'Ansa(prima agenzia di informazione multimediale in Italia e tra le prime nel mondo), ci sarebbero state anche alcuni marchi noti del made in Italy.
Inoltre, il lavoro minorile nell'industria della moda italiana spesso riguarda anche l'artigianato e la produzione di accessori. Per esempio, nel 2018, l'organizzazione non governativa italiana Terre des Hommes ha pubblicato un rapporto in cui si denunciava la presenza di lavoro minorile nella produzione di accessori di lusso, come borse e cinture. Secondo il rapporto, i bambini venivano impiegati in piccole botteghe artigianali, spesso in condizioni di lavoro pericolose e con salari molto bassi. Anche in questo caso, alcune aziende stanno cercando di prevenire il lavoro minorile nella produzione di accessori, adottando politiche di responsabilità sociale e monitorando la loro catena di approvvigionamento.